Politica

Ultim'ora

Scoperte tracce di vita a 124 anni luce dalla Terra: “Sono gas prodotti solo da processi biologici”

Giornalismo, lente di Strasburgo sulle minacce al direttore di Repubblica Carlo Verdelli. Nuova ondata di solidarietà

Le intimidazioni classificate sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti creata dal Consiglio d'Europa: tra "le violazioni più gravi e dannose alla libertà di stampa"
1 minuti di lettura
Il 'caso Carlo Verdelli', direttore del quotidiano La Repubblica sotto scorta dopo le ripetute minacce di morte ricevute da "gruppi nazisti", è stato inserito sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti creata dal Consiglio d'Europa. Questo implica che le autorità italiane dovranno rendere conto dell'inchiesta condotta per identificare e processare gli autori delle minacce.

"Il caso Verdelli è un'ulteriore prova dell'aumento dei crimini contro i giornalisti commessi dagli estremisti" ha scritto in un tweet il portavoce del Consiglio d'Europa, Daniel Holtgen.


Le minacce al direttore di Repubblica sono state classificate sulla piattaforma di 'livello 1' cioè tra "le violazioni più gravi e dannose alla libertà di stampa", e seguono di qualche giorno l'apertura del fascicolo sulle minacce fatte dalla camorra "il 6 marzo a Gennaro Del Giudice, direttore di Cronaca flegrea, notiziario online". Queste ultime sono state catalogate come di 'livello 2' cioè come "atti di intimidazione".


Solidarietà a Verdelli arriva dall'Fnsi ("l'emergenza di queste settimane dovuta al Covid19 non ci deve distrarre dalle nuove, pesanti minacce di stampo neonazista contro il direttore di Repubblica", dice il segretario Vittorio Di Trapani); dall'Usigrai, dal viceministro dell'Interno Matteo Mauri del Pd ("sono atti da respingere con la massima fermezza"). Da Angelo Bonelli dei Verdi. Da Leu con Nicola Fratoianni che dice: "Continuano, come se niente fosse, le minacce di delinquenti fascisti contro il direttore di Repubblica. Ci aspettiamo che gli inquirenti individuino i responsabili, che devono essere messi in condizione di non nuocere più". E la notizia ha scatenato un'ondata di solidarietà anche sui social. Da parte di lettori e colleghi. Come Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta per le minacce della mafia.


Ma anche dal mondo dello spettacolo arrivano attestati di solidarietà, come nel caso di Fiorella Mannoia.

I commenti dei lettori