Percorsi di secondo welfare, insieme a Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha realizzato un ciclo di incontri laboratoriali rivolti agli stakeholder del territorio senese interessati al welfare aziendale territoriale. Durante questi incontri sono state presentate alcune esperienze che evidenziano come le reti e le azioni collaborative facilitino la diffusione del welfare tra le imprese e i dipendenti.

Dopo avervi presentato i casi di Agriwel, della filiera della concia di Arzignano (Vicenza), di BiellaWelfare, di Beatrice, della rete di Modena e Carpi e di Valoriamo, vi raccontiamo del progetto realizzato dalla Rete Come Te. Ce ne hanno parlato Andrea Veronesi, della cooperativa sociale Cadiai di Bologna, e Paolo Schipani, direttore generale di Welfare Come Te.

L’esperienza di Welfare Come Te trova le sue radici nel mondo della cooperazione sociale. Potreste raccontarci precisamente come nasce?

Andrea Veronesi Welfare Come Te è composto da una vasta rete di cooperative e consorzi sociali attivi da molto tempo nei vari territori di riferimento. Potremmo dire che la storia di Come Te è particolarmente legata a quella della cooperativa sociale bolognese Cadiai che nei primi anni 2000 provava a sperimentare le prime formule di partnership pubblico-privato per il welfare territoriale.

Nel 2012 c’è poi stato uno dei principali punti di svolta per la cooperativa, cioè la nascita del servizio Come Te. Questa misura, rivolta al privato-pagante, prevedeva la presa in carico della persona o della famiglia. Grazie alle professionalità della cooperativa si avviava un percorso per analizzare e comprendere i bisogni sociali e, di conseguenza, mettere a disposizione i servizi e le prestazioni più adatte.

Come detto, si trattava di una novità in quanto era rivolto ai privati. In questo modo cercavamo di rispondere alle necessità delle persone, in maniera personalizzata, mettendo a loro disposizione l’offerta del territorio: dall’assistenza di base a domicilio, all’accoglienza in struttura, dai percorsi educativi individualizzati alle consulenze professionali specialistiche.

Cosa succede a seguito di questa prima esperienza?

Andrea Veronesi Due anni dopo, nel 2014, si è costituita la Rete Come Te. Si trattava di una prima esperienza attraverso la quale sperimentare un approccio integrato al mercato privato B2B e B2C.

Abbiamo quindi iniziato a lavorare sull’offerta, cercando di strutturarla per soggetti non-pubblici. Ci è capitata la possibilità di incontrare quella che allora era Coop Adriatica (che oggi è Coop Alleanza 3.0, NdR), che in quel momento stava implementando un piano di welfare aziendale per i suoi dipendenti nel territorio bolognese, e abbiamo proposto a loro i nostri servizi. Con Adriatica si è instaurato un rapporto molto collaborativo, che ci ha permesso di capire quali fossero le loro esigenze e modellare meglio la nostra offerta nei loro confronti.

Di seguito ci è stata posta una grande sfida: garantire l’erogazione degli stessi servizi ai dipendenti di Coop Adriatica di tutto il territorio nazionale. Si trattava di un’area molto vasta, che sostanzialmente interessava quasi tutto il Centro-Nord Italia. Da lì è nata l’idea di costituire la rete, andando a prendere contatti e a stringere rapporti di collaborazione con altre cooperative sociali affini a noi come stile, sia di lavoro che di gestione, su tutti i territori in cui era presente Coop Adriatica.

Dopo un lungo e complesso lavoro per realizzare le varie partnership è nata Rete Come Te (di cui Secondo Welfare si è occupato qui, NdR). In questo modo siamo riusciti a costruire un’offerta ampia, in grado di ricomprendere tutti i servizi definiti dalla normativa sul welfare aziendale: dalle attività di cura a quelle educative, dai servizi per l’assistenza fino alle azioni legate al supporto psicologico e alla presa in carico.

Ed è a seguito di questi progetti che avete iniziato a investire in maniera concreta nel campo del welfare aziendale?

Paolo Schipani Direi che a seguito di queste iniziative abbiamo scelto di definire in maniera più strutturata la nostra offerta, valorizzando in modo particolare due aspetti. Il primo riguarda il tema della qualità dei servizi: grazie alla natura cooperativa che ci caratterizza vogliamo infatti valorizzare la dimensione sociale del nostro intervento. Il secondo aspetto riguarda invece tutto ciò che concerne la presa in carico della persona e quindi la lettura e la comprensione dei suoi bisogni socio-assistenziali.

Nel 2020 è nato il nostro progetto più importante in tema di welfare aziendale, che delinea chiaramente il nostro approccio al welfare in azienda: Welfare Come Te.

In cosa consiste Welfare Come Te e come si è sviluppato?

Paolo Schipani Welfare Come Te (maggiori informazioni sono disponibili qui, NdR) è una progettualità nata attraverso la costituzione del Consorzio FIBER, realtà che a sua volta riunisce 17 soggetti cooperativi attivi praticamente in tutta Italia: Cadiai, Coopselios, Care Expert, Codess Sociale, Universiis, Cidas, Consorzio Parsifal, Cooperativa Animazione Valdocco, Gesco, S.G.S, Cooss Marche, Sisifo, Cad, Itaca, Labirinto, Seacoop e Zerocento. In totale queste realtà aggregano oltre 100 cooperative e più di 50.000 lavoratori.

Il nostro è un progetto imprenditoriale nato dalla volontà della cooperazione sociale di portare nel welfare aziendale l’esperienza di chi – da anni – partecipa alla costruzione del welfare del sistema Paese. Con Welfare Come Te vogliamo proporre una risposta personalizzata alle aziende, attraverso un focus sulle necessità di cura e assistenza dei lavoratori. Al tempo stesso il nostro approccio mira a far dialogare quelle che sono le soluzioni di natura sociale del territorio, allo scopo di ridurre il più possibile la filiera dei servizi e di valorizzare l’idea del welfare a “Km0”.

La particolarità che ci caratterizza risiede nella presenza di una figura professionale che guida i lavoratori nella selezione e nella scelta delle prestazioni di welfare: il Care Manager. Questo professionista, che ha grande conoscenza del proprio territorio e opera da anni nel coordinamento dei servizi alla persona, svolge una funzione di orientamento per i dipendenti e per le loro famiglie. I lavoratori e le lavoratrici delle aziende possono quindi contattare il Care Manager, il quale li accompagnerà nella lettura e nell’individuazione dei loro reali bisogni sociali consigliando i servizi più adatti alle loro esigenze.

In questo modo avete quindi voluto valorizzare un servizio inerente la lettura dei bisogni sociali e l’orientamento?

Paolo Schipani |La nostra idea parte da due concetti semplici: cerca di differenziarsi dai classici provider e valorizzare la dimensione sociale del welfare aziendale. Per questo abbiamo scelto di investire in quelle che sono le peculiarità del mondo cooperativo, cioè la relazione e la presa in carico della persona in condizioni di bisogno.

Con il Care Manager mettiamo a disposizione un servizio di accompagnamento personalizzato attraverso il quale è possibile individuare i servizi socio-assistenziali del territorio – sia pubblici sia privati – più adatti alle necessità dell’utente che si rivolge a noi. In base alla situazione e alla sua complessità, il Care Manager indirizza l’interessato verso la prestazione che meglio risponde ai suoi bisogni indipendentemente dalla sua natura.

Questo è possibile soprattutto perché si tratta di un professionista che sa come muoversi all’interno del proprio territorio; conosce quelle che sono le risposte possibili e, di conseguenza, è capace di accompagnare una persona che si trova in una situazione difficile, magari perché ha un familiare anziano che deve accudire o, più semplicemente, perché ha bisogno di una baby-sitter per alcune ore alla settimana.

Negli ultimi mesi avete strutturato nuovi progetti?

Paolo Schipani |Sulla base delle esperienze che abbiamo fatto e anche del lavoro dei Care Manager abbiamo deciso di investire in due nuovi servizi.

Il primo è Sostegno Donna, un’iniziativa ideata insieme alla Onlus WeWorld e dedicata alle aziende che vogliono realizzare un percorso di sensibilizzazione sulle tematiche relative alla violenza di genere. L’idea di questo servizio è legata anche alla necessità di rispondere a una situazione complicata, e aggravata dalla pandemia, sia sul fronte della violenza sulle donne sia su quello dell’empowerment femminile.

Abbiamo poi promosso un progetto di alfabetizzazione finanziaria per aiutare i lavoratori, specialmente i più fragili, nella comprensione delle dinamiche legate al mondo della finanza. Lo scopo è quello di aiutarli a comprendere le proprie necessità ed esigenze in tema di spesa, debito, protezione, pensione e risparmio per i propri progetti di vita.


#FilieraCorta

Questo è articolo è parte del ciclo Storie di welfare aziendale “a filiera corta”, realizzato da Percorsi di secondo welfare con la collaborazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.