5 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Con la serie #MementoPNRR abbiamo raccontato come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia una grande opportunità per la rigenerazione urbana dei piccoli Comuni o per investire in un nuovo modello di assistenza in cui il Terzo Settore può avere un ruolo strategico. L’ambizione del PNRR è però costruire un’Italia più moderna in grado di cogliere appieno le sfide sociali ed economiche dei prossimi anni. Per fare ciò è fondamentale far evolvere in maniera sostenibile il sistema economico, investendo in una transizione radicale del settore produttivo e delle filiere dei servizi.

In questo momento sono poco più di 2,5 miliardi le risorse del PNRR disponibili per le imprese private. Investimenti trasversali alle 6 diverse missioni che si concentrano soprattutto nella Missione 1 “digitalizzazione e innovazione” e nella Missione 2 “rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Accanto ai grandi bandi che vogliono investire su un intero settore produttivo – ad esempio i bandi sull’economia circolare recentemente chiusi dal Ministero della Transizione Ecologica – il PNRR prevede infatti un insieme eterogeneo di interventi, quasi uno per ogni Ministero, per investire puntualmente sulle piccole e medie imprese italiane o sulla nascita di nuove imprese. 

Dove sono collocate le risorse destinate alle imprese private

Solo per restare al periodo attuale i 2,5 miliardi fanno riferimento a otto diverse opportunità di finanziamento, puntualmente mappate e raccolte dal Bando nella Matassa promosso da Excurus+.

Si parte da una serie di strumenti già previsti negli strumenti ordinari di incentivi che utilizzano il PNRR come fonte di rifinanziamento e moltiplicatore di risorse, è questo il caso dei Contratti di Sviluppo in cui il PNRR finanzia investimenti ad alto contenuto tecnologico (M1C2) e nel settore delle rinnovabili e batterie di accumulo (M2C2). Anche il Fondo 394 (M1C2) è una misura ben conosciuta da tutte quelle imprese italiane interessate ad investire all’estero e che grazie al PNRR è stato rifinanziato per oltre 1,2 miliardi di euro per un mix di interventi. Per favorire la nascita di start-up è invece Invitalia che gestisce ON – Oltre Nuove Imprese a tasso zero con risorse pari a 150 milioni (M5C1) a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. Mentre è previsto per maggio l’avvio dell’importante Fondo Impresa Femminile, con uno stanziamento iniziale di 200 milioni destinati all’avvio e al consolidamento di imprese a guida femminile.

In ultimo ci sono i due bandi a favore delle imprese turistiche emessi dal Ministero del Turismo per complessivi 698 milioni di euro, entrambi a valere sulla Missione 1 C3. Il primo è legato alla digitalizzazione delle imprese con investimenti legati all’adeguamento tecnologico, il secondo vuole favorire il recupero e l’efficienza energetica degli immobili turistici.

I rischi della frammentazione e il bisogno di una strategia sui bandi

Appare evidente come l’estrema eterogeneità degli strumenti messi a disposizione dal PNRR per gli investimenti a favore delle imprese renda complesso orientarsi correttamente, con il rischio ancora una volta di non riuscire a rispettare i tempi per elaborare i progetti e ad orientarsi in procedure complesse che rendono difficile la partecipazione, come in parte ha dimostrato anche il bando sull’economia circolare che ha dovuto prevedere una proroga per permettere la raccolta di ulteriori proposte dalle Regioni del Mezzogiorno.

Un rischio già più volte sottolineato anche per gli enti pubblici e per gli enti del Terzo Settore che, peraltro, spesso vantano una maggior esperienza nella gestione dei bandi rispetto alle imprese private.

La difficoltà nel programmare una corretta strategia di accesso alle risorse del PNRR ha portato l’Onorevole Mauro Del Barba, insieme ad altri colleghi, a presentare una specifica risoluzione, poi approvata dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, che prevede “un maggior coordinamento tra tutti i soggetti incaricati della redazione dei bandi, al fine di armonizzare i criteri seguiti” oltre ad “agevolare la fase di progettazione attraverso la pianificazione dei tempi di pubblicazione dei bandi e l’anticipazione dei principali criteri di assegnazione previsti”.

Quali sono le ragioni alla base della risoluzione? L’onorevole Del Barba spiega che “fino ad ora non c’è stata una pianificazione dei bandi del PNRR. Il bando è l’ultimo ingranaggio di un meccanismo che si è messo in moto in tutti i Ministeri. Dopo questi mesi e questi primi bandi attraverso questa risoluzione abbiamo chiesto che sia possibile avere una programmazione sempre più anticipata” (un tema di cui avevamo parlato qui). 

Il PNRR come strumento per una transizione su scala più ampia

Mauro del Barba è anche Presidente di Assobenefit, l’Associazione Nazionale che riunisce le Aziende Benefit, una specifica persona giuridica introdotta nell’ordinamento italiano proprio su proposta di Del Barba e che identifica quelle aziende che si riconoscono in un modello in grado di armonizzare crescita sociale ed economica per il bene comune.

È quindi interessante provare a ragionare insieme a lui del ruolo concreto che il PNRR può avere per favorire una transizione sostenibile del modello economico. “L’idea della transizione ecologica e climatica e della coesione sociale erano temi molto presenti nella costruzione del NEXT GenerationEu” spiega Del Barba “e non a caso il dispositivo principale è il Recovery e Resilience Facility da cui derivano i Piani nazionali di ripresa e resilienza, che sono strumenti pensati per superare un modello di sviluppo non sostenibile che è stato facilmente messo in crisi prima dalla pandemia ed ora ulteriormente dalla guerra”.

In questa transizione diventa fondamentale il ruolo delle imprese e delle loro capacità di compartecipare ad un nuovo modello, ed è con questa logica che le imprese benefit guardano al Piano con grande attenzione. Secondo Del Barba “i PNRR sono l’esaltazione delle finalità delle Società Benefit. Le nostre imprese si pongono l’obiettivo di avere benefici sociali ed ambientali per le comunità in cui operano. I PNRR prendono questi stessi elementi per provare a realizzarli ad una scala più ampia: quella degli Stati e dell’Unione Europea”.

È proprio sulla dimensione comunitaria che il PNRR ha la propria ragion d’essere, un invito importante anche per alzare lo sguardo andando oltre alle questioni gestionali, ma assumendo una visione strategica del Piano come componente di una transizione complessiva. “Il PNRR è un elemento straordinario, ma mi impressiona molto di più che la cornice nel suo complesso vada nella direzione di una transizione del modello di economia e di crescita. Il Patto di Stabilità, che prima caratterizzava l’approccio dell’Europa, viene in un certo qual modo sostituito da un’idea di sostenibilità che è dentro a tutta la programmazione europea e di cui il PNRR rappresenta un momento di discontinuità forte in termini di investimenti”. Per questo “il PNRR non è un’anomalia, ma un acceleratore di una nuova visione che l’Unione Europea in maniera coerente si sta dando”.

Sempre di più nel corso del 2022 il PNRR entrerà nel vivo e sarà quindi possibile capire realmente l’impatto che il Piano avrà nel costruire una nuova traiettoria di sviluppo sociale ed economico per il Paese. Secondo Del Barba due in particolare sono gli elementi che andranno implementati e monitorati. Da un lato, come riporta anche la risoluzione approvata dalla Commissione Bilancio, è importante “il coinvolgimento degli enti locali e della società civile nel processo di implementazione del PNRR, ma è soprattutto in questa fase di progettazione che ci sono le maggiori opportunità di fare sinergia”. Dall’altro lato ci sono le riforme strutturali: “la riforma della Pubblica Amministrazione e della Giustizia sono fondamentali, perché ci sono aspetti di sistema che vanno ripensati e riprogettati, c’è bisogno di adeguare il sistema affinché la transizione sia realmente sostenibile e inneschi un nuovo ciclo di sviluppo.


Memento PNRR

Quale comunità vogliamo realizzare grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? È la domanda a cui vogliamo rispondere con la serie “MementoPNRR”.