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MILANO | A arte Invernizzi | 9 marzo – 4 maggio 2023 

di MATTEO GALBIATI

Pochi artisti hanno saputo, con determinante coerenza, affermare la propria poetica in una riconoscibile e identitaria espressività nonostante il variare di forme, materiali e proposte come ha fatto, negli anni della sua costante ricerca, Mauro Staccioli (1937-2018). La sua progettualità, infatti, si è sempre composta e strutturata attraverso una geometria minima che, tra pieni e vuoti, nelle opere, monumentali o meno, è in grado di catalizzare presenze iconiche, identificabili e decodificabili, capaci di riempire, svuotare, sottolineare un preciso ambiente catalizzandone le dinamiche e le energie invisibili.

Veduta parziale dell’esposizione “Mauro Staccioli. Scultura come pensiero che trasforma”, A arte Invernizzi, Milano, 2023 Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Presenze ataviche, come fossero già presenti prima di ogni altra cosa, le sue sculture vivono di energie e fisicità proprie, quasi indipendenti o sottratte da quelle che pertengono il nostro mondo. Il disequilibrio o l’incidenza sono elementi significanti; sono il tratto potente del poco-tanto che Staccioli ha maturato nel suo repertorio formale composto proprio da un lessico che, radicato nel profondo del suo pensare, gli permetteva di connettere l’artificio dell’opera con il dove che vediamo, viviamo come luogo, spazio e tempo del nostro esistere.

Mauro Staccioli, Senza titolo, 1995, acciaio corten, 44,5x80x7,5 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Atemporale e impermanente ogni suo gesto scultoreo si codificava come intervento, questo perché non solo il lavoro si concretizza come azione manifesta e sospesa, trattenuta e perdurante dentro la forma, ma anche perché questo corpo “estraneo”, col suo farsi e prodursi infinito, si motiva come possibilità di azione progressiva, incessante e perdurante nell’ambiente. La scultura continua la sua azione, continua ad intervenire là dove è stata pensata e voluta con tanta precisione. L’essere intervento è fondamento di una volontà programmatica nel lasciare che la scultura agisca continuativamente, che sia elemento catalizzatore di un agire e un far riflettere capaci di rivoluzionare quel che è a noi attorno.

Mauro Staccioli, Senza titolo, 2007, cemento e barra in ferro, 235x40x40 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Questa mostra, studiata e calibrata in tutte le sue componenti, propone un affascinante viaggio esplorativo attraverso una serie di opere e progetti che illustrano la capacità di Staccioli di ricorrere sia a materie differenti (come cemento, ferro, acciaio corten, oltre alla carta) e sia di saper dare quella misura altra catalizzata nelle dinamiche esclusive degli ambienti che, di volta in volta, ha incontrato. A arte Invernizzi, che sempre è attenta a proporre progettualità in cui l’ambiente è parte imprescindibile di senso dell’opera, ci propone una selezione di lavori che partono da un iconico cemento-ferro degli anni Settanta, di particolare significato per gli esordi artistici di Staccioli, per poi proseguire con piccole sculture (scala ridotta delle più monumentali), dei disegni progettuali e degli schizzi che conservano tutti la sua straordinaria  gestualità germinante e densa di forza espressiva (interessanti quelle a base tonda del ciclo Forme perdute che, realizzate per la personale che la galleria ha tenuto nel 2012, ora sono in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone).

Mauro Staccioli, Tondi – Morterone, 2010, ferrocemento, 300x2700x50 cm, Località Prà de l’Ort, Morterone (LC) Courtesy Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone

Questa prima parte è esposta tra l’ingresso e le stanze del primo piano della galleria, ma la vera sorpresa, se non bastassero le opere selezionate appena citate, si ha al piano inferiore: qui il grande ambiente aperto si scandisce e ritma attraverso sei sculture del ciclo Sbarra e cemento, straordinario lavoro tipico degli inizi della ricerca di Staccioli negli anni Settanta.

Veduta parziale dell’esposizione “Mauro Staccioli. Scultura come pensiero che trasforma”, A arte Invernizzi, Milano, 2023 Courtesy A arte Invernizzi, Milano Foto Bruno Bani, Milano

Mauro Staccioli. Scultura come pensiero che trasforma non solo omaggia la figura di un artista che è tra i pochi scultori italiani contemporanei di grande profilo internazionale, ma anche celebra alcuni concomitanze che riguardano la galleria milanese che con questo progetto, a 5 anni dalla sua morte, rende omaggio, 10 anni dopo l’ultima personale in galleria, ai 25 anni di intensa e proficua collaborazione con il mai troppo compianto Staccioli.
È in preparazione una monografia bilingue italiano-inglese che, con un ricco apparato iconografico e un aggiornato apparato bi-bibliografico, si arricchisce del saggio critico di Francesca Pola.

Mauro Staccioli. Scultura come pensiero che trasforma
saggio critico di Francesca Pola

9 marzo – 4 maggio 2023

A arte Invernizzi
via Domenico Scarlatti 12, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato su appuntamento

Info:+39 02 29402855
info@aarteinvernizzi.it
www.aarteinvernizzi.it

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